Tuesday, March 6, 2007

Il Meccanismo di Antikythera






Il meccanismo di Antikythera è un oggetto di metallo, scoperto nel relitto di una nave vecchia di duemila anni, che apparentemente contiene degli ingranaggi e che costituisce quindi una sorta di strumento . Nel 1900 un gruppo di pescatori di spugne greci scoprì i l relitto di una nave al largo della piccola isola di Antikythera, fra la Grecia e Creta . Spedizioni archeologiche sottomarine inviate sul posto recuperarono vasellame, statue e oggetti corrosi , che facevano risalire il relitto a circa 2000 anni prima. Nel 1902 un archeologo del Museo Nazionale di Atene, Valerios Stais, esaminò alcuni di quegli oggetti e gliene capitò fra le mani uno di metallo che diventò noto con il nome di meccanismo di Antikythera. Uno studio più attento rivelò che si trattava di una scatola che allo esterno aveva dei misuratori e all'interno una massa complessa di ingranaggi, fra cui almeno venti ruote dentate . Tutte le superfici del congegno erano ricoperte di iscrizioni greche. Prima della scoperta di quel meccanismo, non era stato mai rinvenuto o descritto nessun oggetto o congegno paragonabile. Quel che si sapeva fino a quel momento della tecnologia ellenica escludeva la possibilità che in quel periodo si potesse costruire un congegno del genere. Sulla base delle anfore , del vasellame e degli oggetti rinvenuti nel relitto, i ricercatori sono ragionevolmente sicuri che il naufragio avvenne intorno al 65 a.C. , con un margine di 15 anni. Un esame delle lettere delle iscrizioni rivela che esse risalgono al primo secolo a.C. e che non sono certo posteriori alla nascita di Cristo. Questa data corrisponde alla lingua usata e alla natura dei riferimenti astronomici delle iscrizioni. L'iscrizione più estesa, per esempio, fa parte di un calendario astronomico straordinariamente simile a quello di cui si sa che fu compilato nel 77 a.C.- Attualmente si ritiene assai probabile che quel congegno fosse un calcolatore astronomico che meccanizzava i rapporti ciclici fra il sistema solare e le stelle. Forse era installato in una statua e usato come pezzo da esposizione. Forse funzionava a energia idraulica. Quasi tutto il lavoro di restauro e di ricostruzione che portò a questa conclusione si è svolto sotto la direzione di Derek J. de Solla Price, dell'Università di Yale. A partire dagli inizi degli anni '50 Price iniziò il restauro del congegno, che era incrostato e gravemente corroso. Lo stadio successivo fu la traduzione delle iscrizioni, che per la maggior parte sono illeggibili. Il sole è menzionato parecchie volte, Venere una volta, ed è nominata l'eclittica. Un'iscrizione, "76 anni, 19 anni," si riferisce al cosiddetto ciclo calippico di 76 anni e al ciclo metonico 19 anni (235 mesi lunari). La riga successiva comprende il numero 223 - un riferimento al ciclo delle eclissi di 223 mesi lunari. Nel 1972, dopo aver analizzato ai raggi X e ai raggi gamma i vari frammenti, Price stabilì molti particolari della costruzione e del funzionamento del congegno, che a quanto pare era costruito con un'asse centrale. Quando l'asse girava, entrava in funzione un sistema di alberi e di ingranaggi che faceva muovere delle lancette a varie velocità intorno a una serie di quadranti. Questi ultimi sono difficili da interpretare per via della corrosione. Quello anteriore tuttavia mostra chiaramente il moto del sole nello zodiaco e il sorgere e il tramontare di stelle e costellazioni importanti. I quadranti posteriori, che sono più complessi e meno leggibili, riguardavano i pianeti e i fenomeni lunari. A detta di Price il quadrante anteriore è "l'unico grande esemplare noto di uno strumento graduato dell'antichità". A suo parere quel congegno era racchiuso in una scatola di circa trenta cm. per 15 per 7,5 e sulle facce più grandi aveva dei pannelli con cerniere che portavano le iscrizioni. Dentro c'erano probabilmente almeno trenta ingranaggi, tutti di bronzo, e probabilmente tagliati da un unico pezzo di metallo. La potenza, a suo dire, era trasmessa a un grande ingranaggio che aveva quattro raggi uniti a mortasa nel bordo, dove erano saldati e fissati da ribattini. Secondo Price, "la caratteristica meccanica più spettacolare del meccanismo di Antikythera" è una piattaforma girevole differenziale, un meccanismo che si sarebbe rivisto soltanto nell'Europa del '500. Sulla base della sua ricerca, Price ha concluso che, contrariamente a quanto si era creduto in precedenza, una tradizione di alta tecnologia esisteva effettivamente in Grecia intorno all'epoca di Cristo. Prima si dava per scontato che i greci conoscessero il principio degli ingranaggi, ma si riteneva che i loro congegni muniti di ingranaggi fossero relativamente rudimentali. . Il “mistero” consiste nel fatto che, nell'80 a.C., simili apparecchi “non avrebbero dovuto esistere”: gli studiosi di cose antiche concordano infatti nell'affermare che in quel tempo la tecnologia non era in grado di produrre apparecchiature di tale precisione. Del resto non ne avrebbe prodotte per altri sedici secoli: nel meccanismo si trova infatti un ingranaggio differenziale, inventato (o reinventato) soltanto verso la fine del cinquecento. L'esistenza di oggetti impossibili e di scienze dimenticate stimolano alcune considerazioni. O si ammette l'esistenza di conoscenze “perdute” per qualche ragione ignota e poi riemerse (il che imporrebbe una riscrittura della storia dell'umanità su basi molto diverse da quelle comunemente accettate) o si deve riconoscere un altissimo grado di fallibilità da parte della storiografia ufficiale. Il Meccanismo di Antikythera non può essere il parto di un inventore solitario e ingegnoso (vi sono coinvolte troppe diverse conoscenze); di conseguenza la civiltà greca doveva essere, al contrario di ciò che si è sempre affermato, tecnologicamente evoluta.

1 comment:

Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie