Monday, March 5, 2007

Sfere misteriose





C'è un mistero in Sud Africa. Da anni, i minatori del Transvaal occidentale, nei pressi della cittadina di Ottosdal, continuano a trovare sfere metalliche in uno strato sedimentario del Precambriano. Le sfere sono di due tipi. Il primo è rappresentato da semplici sfere di metallo bluastro chiazzato di bianco. Le sfere del secondo tipo sono invece cave, e al loro interno si trova un materiale bianco spugnoso. La maggior parte delle sfere ha le dimensioni di una palla da baseball e la somiglianza, in una di tali sfere, è accentuata da tre linee parallele che ne solcano la superficie. Fino a oggi sono state dissotterrate centinaia di queste sfere. Per il loro aspetto le si direbbe opera dell'uomo, ma la loro localizzazione le fa risalire ad almeno 2,8 miliardi di anni fa. Il professor A. Bisschoff, un noto geologo dell'Università di Potchefstroom, ritiene che si tratti di concrezioni di limonite, ma tale teoria presenta parecchi punti deboli. La limonite è una sorta di ferro che si forma dall'ossidazione di diversi minerali ferrosi. E' comune nelle paludi e in alcuni tipi di roccia sedimentaria, in particolar modo nel calcare. I pittori la conoscono come una fonte di pigmenti d'ocra e di terra d'ombra. E' assodata la sua tendenza a formare concrezioni (il termine geologico per le dure masse rocciose che si formano col tempo intorno a un nucleo centrale), ma le concrezioni di limonite sono gialle, marroni o nere; certamente non blu a chiazze bianche. Non le si trova come sfere isolate ma in grappoli, solitamente saldate l'una all'altra, e non si è mai riscontrata su di esse alcuna scanalatura. La loro durezza, secondo la scala di Mohs, va da 4 a 5,5; sono quindi relativamente tenere. Le sfere di metallo del Sudafrica sono talmente dure che l'acciaio non le scalfisce.Se non si tratta di limonite, di quale sostanza sono fatte? Secondo Roelf Marx, curatore del Klerksdorp Museum dove sono raccolte diverse di tali sfere, sono state ritrovate in uno strato di pirofillite. Potrebbero dunque essere delle concrezioni di tale minerale siliceo? Ancora una volta, la risposta non sembra essere quella giusta. Se sottoposti a pressione, i minerali silicei danno origine a cristalli, non a sfere metalliche. La pirofillite somiglia molto al talco e viene utilizzata più o meno per gli stessi scopi. Può formare masse granulari, che risultano però untuose al tatto e sono di colore molto chiaro. La questione della durezza è l'argomento definitivo: i valori della scala di Mohs per la pirofillite vanno da 1 a 2, tra i più bassi in assoluto. Ma se non sono formazioni naturali, qual' è l'origine delle sfere? Il loro aspetto è quelle di un manufatto, creato in fonderia utilizzando un acciaio di speciale durezza per uno scopo preciso. A dispetto di tutto ciò, non possono essere opera dell'uomo. Secondo gli esperti, la prima comparsa dell'umanità moderna, Homo sapiens sapiens, risale a circa 100.000 anni fa, nell'Africa meridionale. Il luogo è quello giusto, ma il tempo e il livello di sviluppo tecnologico sono completamente sbagliati. Questi primi esseri umani vivevano l'esistenza semplice dei cacciatori-raccoglitori. Utilizzavano rocce, ossa e legno, ma non conoscevano l'uso dei metalli. Anche il più semplice manufatto in ferro era ben al di là delle loro possibilità, per non parlare poi dell'acciaio temprato. Anche volendo ignorare il problema dell'abilità tecnica, la datazione resta inconciliabile. Il predecessore dell'uomo moderno, l'Homo erectus, costruiva i propri ripari nella gola di Olduvai 1,8 milioni di anni fa, molto prima della comparsa dei sapiens ma di gran lunga dopo la comparsa delle sfere nel Transvaal occidentale. Anche il più antico Homo abilis costruiva primitivi attrezzi di pietra (ma non sfere metalliche) tra i 2,5 e i 3 milioni di anni fa: sempre troppo tardi per render conto dei misteriosi ritrovamenti. Difatti le sfere erano già al loro posto quando i primissimi ominidi si differenziarono dalle scimmie, in un momento indefinito tra i cinque e gli otto milioni di anni fa! Il periodo Precambriano comprende quel lungo arco della storia geologica che va dalla formazione del pianeta, 4,6 miliardi di anni fa, all'inizio dell'era Paleozoica, circa 600 milioni di anni fa. I ritrovamenti fossili risalenti a tale periodo sono rari, ma i geologi sono riusciti a ricostruire un possibile scenario. L'atmosfera, innanzitutto, era molto probabilmente simile a quella odierna: un miscuglio di azoto, anidride carbonica, vapore acqueo e ossigeno. Esistevano mari e continenti, ma i loro confini erano totalmente diversi da quelli odierni. Il mondo era dominato da ciò che gli scienziati chiamano supercontinenti, enormi masse terrestri primeve che col tempo si frantumarono per formare i continenti attuali. La vita era già presente sul pianeta. Alghe e batteri fossili sono stati ritrovati in rocce sudafricane risalenti a più di 3 miliardi di anni fa. Un'ulteriore conferma viene dalla presenza di stromatoliti, strutture rocciose che si formano nelle acque basse, sotto le praterie di alghe. non vi era traccia della presenza della vita sulla terraferma e persino le conchiglie - un'indicazione di vita marina come la si conosce oggi - erano ancora inesistenti. Le tracce più avanzate di vita che i geologi hanno ritrovato sono quelle di organismi multicellulari invertebrati, i quali sono classificati come animali, ma si trovano, sulla scala evolutiva, qualche gradino sotto la medusa. Appare ovvio che nessuna delle creature viventi del Precambriano può aver fabbricato le sfere del Transvaal.Ma questi non sono i soli manufatti strani che richiedono una spiegazione. Maximilien Melleville, vicepresidente della Société Académique di Laon, in Francia, riportò in the Geologist dell'aprile del 1862 la scoperta di una perfetta sfera di gesso in un letto di lignite dell'Eocene, nei pressi della sua abitazione. la sfera e l'ambiente immediatamente circostante mostravano strani segni di un'accurata lavorazione. Da un blocco di maggiori dimensioni era stata ricavata la sfera, la quale era stata successivamente liberata con un taglio netto. In poche parole, un manufatto. Era da escludere, secondo quanto riportato dallo stesso Melleville, che la sfera fosse stata posta nello strato in epoca più tarda. Ancora una volta ci troviamo in presenza di un oggetto che sembra opera dell'uomo, ma la posizione della sfera nello strato di lignite gli assegna un'età tra i 45 e i 55 milioni di anni, ben prima della comparsa dell'uomo sul pianeta . Un mistero ancor più grande circonda il resoconto di un ritrovamento più recente. Nel 1928 un certo Atlas Almond Mathis, un minatore, stava lavorando in profondità in una miniera due miglia a nord di Heavener, in Oklahoma, quando un'esplosione dissotterrò alcuni blocchi cubici, ben levigati, il cui lato misurava all'incirca 30 centimetri e che sembravano fatti di un qualche tipo di cemento. Uno scavo successivo rivelò che i blocchi appartenevano a un muro lungo più di 130 metri. Il fatto che fossero stati trovati in un filone di carbone in quell'area attribuiva loro un'età di almeno 286 milioni di anni. L'ovvia domanda era: chi aveva costruito il muro? Forse le stesse persone che avevano posto la catena d'oro "di antica e caratteristica fattura" in ciò che nei millenni era diventata la vena carbonifera delle miniere di Taylorville o Pana, nel sud dell'Illinois. Fu scoperta dalla signora S. W. Culp in un grosso pezzo di carbone che aveva spezzato per accendere il suo focolare.

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